Alessandria e i suoi 1000 anni di storia della cucina
Capoluogo di provincia della Regione Piemonte, Alessandria è situata sul Tanaro, compresa nella pianura tra il Po e l’Appennino Ligure, a 95 metri sopra il livello del mare e conta circa 92.000 abitanti.
Fu intorno al 1220 che Francesco d’Assisi diretto in Francia si fermò nei pressi di Alessandria dove ammaestrò una lupa che terrorizzava la popolazione; un bassorilievo che ritrae questo episodio è conservato ancora oggi all’interno della Cattedrale.
In seguito al nomignolo inventato dagli imperiali di Barbarossa che la chiamarono “Alessandria della paglia” ci ricorda che durante l’assedio stretto dallo stesso Barbarossa, i tetti della città erano di paglia.
A partire dalla fine del secolo scorso, la città venne trasformata da punto di vista urbanistico e attualmente ha una grande importanza per quel che riguarda le industrie, i commerci e le comunicazioni mantenendo uno sviluppo territoriale rigoroso entro i due fiumi che la circondano, non mancano però gli edifici ed i monumenti che è bene ricordare: il palazzo del Municipio, detto anche Palazzo Rosso, con il caratteristico orologio a tre quadranti ed il galletto rubato ai casalesi nel 1225.
Il palazzo Cuttica di fattura settecentesca . la Cattedrale, che ospita la statua lignea della Madonna della Salve, patrona della città. la chiesa di Santa Maria di Castello, cuore dell’antico borgo di Rovereto. il palazzo Ghilini che con la sua architettura barocca è il massimo monumento alessandrino. Il palazzo Inviziati costruito alla fine del XV secolo.
Per coloro che apprezzano la buona cucina la provincia di Alessandria propone piatti e specialità gastronomiche che pur essendo preparati con ingredienti “poveri” offrono sapori deliziosi.
Tradizione culinaria di Alessandria
Una tradizione culinaria che ha origini lontane e si ispira alla consuetudine contadina come la succulenta Bagna Cauda a base di olio, aglio e acciugheove si intingono i pezzi di: cardi, peperoni, cipollotti freschi, carote, indivia, cavolo, ecc. ecc.
Il Pollo alla Marengo, che ricorda la famosa battaglia, questo viene tagliato a pezzi infarinato e soffritto in olio con pomodori, aglio, basilico,funghi, prezzemolo, vino, limone e gamberi di fiume. E ancora: il bollito misto col “bagnet”, il filetto baciato che con la muletta monferrina sono salumi ricavati dalle parti nobili del maiale.
Classico della zona è il fritto misto con: costine di vitello, scaloppine, fegato, cervello, salsiccia, crocchettine di pollo, frittelle di mele, amaretti e semolini dolci.
Infine, altro protagonista delle tavole del Monferrato è il “tartufo”che, con una sua grattatina, arricchisce notevolmente le varie portate.
I tipici dolci della provincia sono: i baci di dama, gli amaretti, i cannoncini, il torrone ed i crumiri classici biscotti da “re”.
Per accompagnare infine un buon pranzo, non possono mancare sulla tavola gli ottimi vini della provincia che sono: la barbera del Monferrato, il grignolino ed il dolcetto; ed anche il cortese, il moscato, il brachetto e la dolce malvasia di Casorzo.