Bologna città dei portici con la sua cucina battezzata “la grassa”
Antichissima città universitaria, ospita numerosissimi studenti che animano la sua vita colturale e sociale.
Bologna è una città di circa 400.000 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia e della regione Emilia-Romagna. Nota per le sue torri ed i suoi lunghi portici, possiede un ben conservato centro storico (fra i più estesi d’Italia), in virtù di un’attenta politica di restauro e conservazione.
Doverosa una visita di Bologna, una delle mete preferite dai turisti italiani e non, in quanto conserva ancora oggi il fascino di una grande città del passato, ricca di monumenti e opere d’arte.
Piazza Maggiore, cuore pulsante della città antica, è celebre per la stupenda Fontana del Nettuno di Giambologna (XVI secolo), su cui si affacciano i maggiori edifici del potere civile e religioso: Basilica di San Petronio, Palazzo del Comune, Palazzo del Podestà e Palazzo di Re Enzo.
Ancora da non perdere: il complesso monumentale di Santo Stefano, la Chiesa di Santa Maria della Vita, le due torri simbolo di Bologna: la Torre Garisenda (metri 48,16) e la Torre degli Asinelli (metri 97,20) e la Pinacoteca Nazionale una delle più importanti istituzioni museali italiane.
La cucina bolognese, battezzata “la grassa” dal Petrarca, merita in pieno questo appellativo per i suoi piatti tipici e tra questi primeggiano: i”tortellini”, vari tipi di pasta all’uovo serviti in brodo o con il classico “ragu di carne”; le “lasagne” cotte al forno con pomodoro, carne trita e besciamella; da non dimenticare i “tortelloni” che invece hanno un ripieno di magro a base di ricotta, spinaci e parmigiano; meno conosciuti ma altrettanto tipici e gustosi sono i “bocconotti” grossi dischi di sfoglia ripieni con tritato di cervella, animelle, rigaglie cotti al forno e serviti con scagliette di tartufo.
I secondi vedono trionfare la carne, dai bolliti al fritto misto, dai fumanti arrosti e dalla celeberrima “cotoletta alla bolognese” ricoperta di prosciutto crudo e formaggio.
E’ doveroso ricordare anche lo “zampone” e il “parmigiano reggiano” entrambi prodotti apprezzati anche sul mercato internazionale
Oltre alla carne nei menu dei ristoranti non mancano le verdure tra le quali, in particolare citiamo: gli “asparagi di Altedo” e anche le nominate patate della zona di “Savigno”; tra la frutta ottime sono le pesche e le ciliege delle campagne circostanti.
Non si devono dimenticare gli ottimi dolci con creme di marzapane o cioccolato, come ad esempio la “spongata”, torta di farina ripiena con miele, biscotti secchi, canditi di cedro e arancio, mandorle, noci, pinoli, uvetta e vino bianco, ed anche la “torta di riso”.
Fra i dolci è da ricordare il “pan speciale” classico dolce natalizio con miele e semi di anice.
Su questa abbondanza di minestre, carni, pesci, selvaggina, formaggi, frutta e dolci scorrono i vini delle sue valli: il “lambrusco”, il “sangiovese”, l’ “albana”, il “sauvignon”, il “malvasia” e il “trebbiamo”.